Un normale andamento della gravidanza richiede il funzionamento fisiologico della tiroide o una gestione ottimale di eventuali malattie della ghiandola, per compensarne le relative disfunzioni. Un gruppo di esperti ha passato in rassegna le Linee Guida sull’argomento.
Secondo Tsakiridis e colleghi, le malattie della tiroide sono le patologie che più spesso provocano problemi ostetrici, fetali e neonatali in gravidanza, specie quando sono individuate in ritardo o gestite in maniera non ottimale. Per questo motivo, hanno passato in rivista e confrontato le raccomandazioni contenute nelle Linee Guida pubblicate più di recente sulla gestione di tali malattie. Si è trattato di una revisione descrittiva delle Linee Guida dedicate alla gestione delle malattie della tiroide in gravidanza pubblicate da: Endocrine Society (Società Endocrina), European Thyroid Association (Associazione Europea della Tiroide), Australian and New Zealand College of Obstetrician and Gynecologists (Collegio Australiano e Neozelandese degli Ostetrici e Ginecologi), American College of Obstetrician and Gynecologists (Collegio Americano degli Ostetrici e Ginecologi) e American Thyroid Association (Associazione americana della Tiroide). Dall’analisi di questi documenti è emerso che c’è un consenso generale sulla necessità di formulare la diagnosi delle forme clinicamente manifeste e subcliniche di ipotiroidismo e di ipertiroidismo in gravidanza, usando intervalli di valori normali, specifici per la gravidanza, delle concentrazioni nel sangue degli ormoni indicativi della funzione tiroidea. La stessa necessità è stata segnalata per l’individuazione delle forme di tiroiditi che si presentano subito dopo il parto. Le Linee Guida prese in considerazione sconsigliano lo screening a tappeto per la diagnosi delle alterazioni della funzione della tiroide prima e durante la gravidanza, mentre consigliano lo screening nelle donne che hanno un rischio elevato di presentare malattie della tiroide, misurando le concentrazioni nel sangue di TSH. Inoltre, tutte le raccomandazioni evidenziano la necessità di curare le forme clinicamente manifeste di ipotiroidismo e ipertiroidismo, non solo durante la gravidanza, ma anche prima del concepimento. Su questo c’è concordanza anche a proposito dei protocolli e degli obiettivi delle terapie. Pure riguardo alla gestione delle forme transitorie di ipertiroidismo con quadri di vomito, sospetta tireotossicosi fetale, tiroidite successiva al parto e tumori della tiroide c’è pieno consenso circa le indicazioni fornite dalle diverse Linee Guida. L’esecuzione di scintigrafie della tiroide o la somministrazione di radioiodio a scopo curativo durante la gravidanza e l’allattamento sono sconsigliati da tutti i documenti analizzati. Gli argomenti sui quali le Linee Guida non concordano sono: gestione delle forme subcliniche di disfunzione della tiroide, protocolli di osservazione nel tempo della funzione della tiroide e indicazioni sull’introito di iodio. Gli autori hanno sottolineato che l’American College of Obstetrician and Gynecologists ha formulato, nelle sue Linee Guida, specifiche raccomandazioni sul trattamento della tempesta tiroidea, una forma grave di ipertiroidismo, e sullo scompenso cardiaco da tireotossicosi, che si possono verificare nelle donne gravide. Infine, l’American Thyroid Association ha formulato specifiche indicazioni per la gestione durante la gravidanza delle donne con tumori della tiroide.
Nelle conclusioni gli autori hanno ricordato che le malattie della tiroide sono presenti in una quota significativa di donne gravide e che è di fondamentale importanza sviluppare protocolli internazionali, basati sulle evidenze, che ottimizzino la diagnosi e il trattamento di tali patologie.