Quando un’inadeguata produzione di ormoni della tiroide si presenta nel corso della vita, l’ipotiroidismo si definisce acquisito e questa forma si può manifestare con un gozzo. Dato il ruolo fondamentale che gli ormoni della tiroide svolgono nello sviluppo e nell’attività di molti organi e tessuti, la loro mancanza provoca alterazioni diffuse di varia gravità. Fra le variabili che influiscono sulla gravità del quadro ci sono il livello della carenza, il momento in cui si è determinata e il tempo nel quale il problema è stato presente prima dell’inizio della cura.
Meccanismi, segni e sintomi
La mancanza o la riduzione della concentrazione degli ormoni della tiroide nel sangue provoca un “rallentamento” delle funzioni delle cellule dei tessuti che da essi sono stimolati. Si produce e si consuma meno l’energia, si sviluppa meno calore e diminuisce il “ricambio” di molecole usate per il rinnovamento e la manutenzione dei tessuti. In particolare, si riduce la sintesi di proteine, l’attività degli enzimi e il trasporto di ossigeno nelle cellule. Tutto questo si traduce in segni e sintomi e anche in un aspetto particolare del soggetto ipotiroideo.
La faccia può essere gonfia, pallida e inespressiva con un rigonfiamento delle palpebre (edema palpebrale) che poi si può diffondere ad altre parti del viso. La pelle è fredda e secca, nelle aree sotto i capelli può essere ricoperta di squame e i capelli stessi sono radi e fragili. Anche le unghie presentano una fragilità eccessiva. L’ipotiroideo ha una voce rauca e bassa, parla lentamente e può avere problemi di udito. Nei casi gravi le funzioni mentali sono ridotte e si può rilevare depressione accompagnata da marcata stanchezza e sonnolenza. La funzione dell’intestino è alterata e si possono osservare stipsi e ridotto appetito. Nonostante il soggetto mangi meno, è spesso presente un aumento di peso dovuto a ridotto consumo delle riserve di energie dell’organismo. I muscoli dell’ipotiroideo sono deboli, i riflessi lenti e rallenta anche la frequenza dei battiti del cuore. Spesso si osserva un aumento dei trigliceridi e del colesterolo. Se l’ipotiroidismo colpisce una persona con diabete, aumenta il rischio di eccessive riduzioni dello zucchero nel sangue (crisi ipoglicemiche), se non viene adeguata la dose giornaliera di insulina.
Sintomi di ipotiroidismo | Segni di ipotiroidismo |
Adinamia: movimenti rallentati e di ridotta ampiezza | Gozzo: aumento di consistenza e dimensioni della tiroide |
Pelle secca e fredda | Edema alle palpebre e al volto: accumulo di liquidi nella palpebra e in altre parti della faccia |
Eloquio rallentato: rallentamento della parola | Macroglossia: inspessimento degli strati più superficiali della lingua |
Sensazione di freddo | Cardiomegalia: ingrandimento del cuore |
Sudorazione ridotta | Pallore |
Secchezza e fragilità dei capelli | Voce rauca |
Anoressia: ridotta assunzione di cibo | |
Riduzione della memoria | |
Stipsi | |
Aumento di peso |
Il mixedema
Un segno caratteristico dei casi più gravi di ipotiroidismo è il mixedema, che consiste in un accumulo, nei tessuti, di molecole chiamate mucopolisaccaridi. Proprio la presenza di queste molecole nei tessuti, rende le aree interessate dal mixedema dure e con la caratteristica di non mantenere l’impronta di una pressione esercitata, ad esempio con un dito. Le zone nelle quali si può localizzare più spesso il mixedema sono: le aree intorno alle orbite degli occhi (periorbitali), la parte superiore (dorso) di mani e piedi e gli avambracci.
L’esito estremo del mixedema, prodotto da una forma di ipotiroidismo grave e non controllata, può essere il coma, ma oggi tale quadro si verifica molto raramente. Fra i segni che si accompagnano al mixedema ci sono versamenti di liquido nella pleura e nel pericardio, le membrane che avvolgono rispettivamente polmoni e cuore, lividi (ecchimosi) diffusi e marcate riduzioni di temperatura corporea e frequenza cardiaca.
Cause e forme cliniche di ipotiroidismo
La causa più comune di ipotiroidismo è un’infiammazione con meccanismo autoimmunitario che danneggia l’organo e riduce la sua capacità di produrre ormoni: questa condizione è denominata tiroidite di Hashimoto. Essa è molto frequente nelle donne, in particolare fra i 40 e i 60 anni, ma di recente si osserva spesso anche in età più giovane. Da un punto di vista degli esami di laboratorio, la tiroidite o malattia di Hashimoto è caratterizzata dalla presenza nel sangue di anticorpi diretti contro la tiroide o gli ormoni da essa prodotti. Nelle forme più avanzate si può osservare un gozzo che, alla palpazione, si rivela non dolente e caratterizzato da una superficie con molti piccoli noduli. I noduli in questione sono dovuti all’infiammazione. Se si preleva un campione del tessuto dell’organo con una biopsia, al microscopio si osserva un’elevata concentrazione di linfociti, cellule del sistema immunitario che partecipano ai processi dell’infiammazione. In una fase ancora successiva può diventare difficile palpare la tiroide. Questo succede perché il tessuto nel quale per lungo tempo si sono sviluppati processi infiammatori si atrofizza, vale a dire che perde le sue caratteristiche originali e la capacità di produrre ormoni.
Un’altra forma d’infiammazione della tiroide, che in una sua fase tardiva può provocare ipotiroidismo, è la tiroidite sub-acuta di de Quervain. Un’infezione provocata da un virus che, di solito, in precedenza ha colpito le vie respiratorie superiori e successivamente determina uno stato infiammatorio della tiroide. Esso si manifesta con gonfiore e aumento della consistenza (tumefazione) dell’organo e dolore, ai quali in un primo tempo si associa un’aumentata produzione di ormoni, vale a dire un ipertiroidismo. A esso consegue, come detto in precedenza, un ipotiroidismo. La tiroidite di de Quervain tende a evolvere, nel giro di 2-4 mesi verso una guarigione completa.
Un’ulteriore forma di infiammazione della tiroide che provoca ipotiroidismo è la tiroidite di Riedel. L’organo colpito assume una consistenza molto dura, definita anche pietrosa, con la possibilità di creare ostruzione della trachea, il condotto che collega la faringe con i bronchi. Il sospetto di tiroidite di Riedel dovrebbe suggerire l’esecuzione di esami approfonditi per escludere la presenza di un tumore.
Fra le altre cause di ipotiroidismo ci sono quelle cosiddette iatrogene, cioè riferibili a interventi medici, come: l’asportazione parziale o totale dell’organo, la somministrazione di farmaci che, come il litio, contrastano la funzione della tiroide o la somministrazione di radiazioni, impiegate a scopo curativo, ma che danneggiano l’organo. Per le forme di ipotiroidismo dovute a carenza di iodio si rimanda alla scheda dedicata, mentre si ricorda che esistono cibi che contengono molecole definite gozzigene, cioè che provocano gozzo. Tali molecole sono contenute ad esempio in cavoli e rape.
Vedere anche in Ipotiroidismo:
- Ipotiroidismo congenito
- Ipotiroidismo subclinico
- Diagnosi dell’ipotiroidismo
- Terapia dell’ipotiroidismo
- Perché la levotiroxina da sola è considerata la cura di riferimento per l’ipotiroidismo?
- Come va assunta la levotiroxina per un assorbimento massimale e costante?
- Quali sono i fattori che influenzano la risposta alla levotiroxina?
- Qual è il miglior modo di iniziare e mettere a punto il trattamento con levotiroxina?
- Cosa succede se le dosi di levotiroxina non sono adeguate?