L’andare in pensione comporta molti cambiamenti delle abitudini di vita. Uno studio eseguito in Cina ha valutato le modificazioni del sonno in pensionati, precedentemente impegnati in lavori di vario tipo. I risultati hanno indicato che la durata del sonno aumenta, ma non quanto si rileva in chi va in pensione nei Paesi occidentali.
Il raggiungimento della pensione è uno dei momenti chiave della vita delle persone e a esso si associano cambiamenti che possono avere effetti sulla salute importanti e non sempre positivi. In vari studi eseguiti in alcuni Paesi occidentali si è osservato che, una volta in pensione, si dorme più a lungo, ci si addormenta e ci si sveglia più tardi e sono più frequenti i sonnellini nelle ore diurne. Poiché dormire di più è considerato uno dei fattori che possono influenzare negativamente la salute dal pensionamento in poi. Ricercatori cinesi e statunitensi hanno studiato le caratteristiche del sonno di persone appena andate in pensione. Si sono impiegati i dati raccolti da uno studio longitudinale, eseguito in Cina, sulla relazione tra pensione e salute. In particolare, sono stati utilizzati quelli registrati negli anni 2011, 2013 e 2015, riferiti a un totale di 48.458 persone, che hanno risposto a un questionario. Durata totale del sonno, e numero di ore del sonno notturno e frequenza e durata dei sonnellini diurni sono fra le variabili considerate nell’analisi. Si è osservato che, rispetto ai lavoratori di settori non agricoli, quelli dell’agricoltura dormivano 5.19 minuti in più (p<0.01) quando erano in attività e 8.02 minuti in più (p<0.01) una volta andati in pensione. Sempre in questi soggetti, il pensionamento non ha cambiato in maniera significativa la durata totale del sonno, mentre è stato significativo l’incremento di frequenza dei sonnellini diurni (rapporto di probabilità=1.12; p=0.02). Infine, si è modificato il sonno anche in chi è tornato al lavoro agricolo attivo, dopo essere andato in pensione. In ambiti lavorativi non agricoli, dopo l’andata in pensione si sono rilevati aumenti di 13.58 minuti (p<0.01) della durata totale del sonno e del 18% (rapporto di probabilità=1.18; p<0.01) della frequenza dei sonnellini diurni. Si è valutato anche l’effetto sul sonno del ritorno all’attività lavorativa dei pensionati non del settore agricoltura, rilevando riduzioni della frequenza dei sonnellini diurni (rapporto di probabilità=0.73; p<0.01) e della loro durata: -5.26 minuti (p=0.01).
Gli autori, nelle conclusioni, hanno evidenziato che i pensionati cinesi dormono più dei lavoratori attivi e che la differenza, fra le due tipologie di soggetti, è meno ampia di quella documentata nei Paesi occidentali. L’elevato numero di lavoratori dell’agricoltura presente in Cina, il numero rilevante di persone che dalla pensione rientrano nella vita attiva e l’abitudine diffusa dei cinesi di fare sonnellini diurni, sono tra i fattori possibilmente all’origine di tali differenze.