Ricercatori spagnoli e portoghesi hanno valutato alterazioni della funzione olfattiva (l’odorato) nei pazienti con sclerosi multipla, rilevando una possibile associazione dello sviluppo di tali alterazioni con la forma secondaria progressiva della malattia.
Centocinquantatre soggetti con sclerosi multipla e 165 controlli sani sono stati sottoposti a valutazioni dell’olfatto con un metodo di confermata efficacia: il Brief Smell Identification Test (B-SIT; in italiano: esame breve di identificazione dell’odore). Solo i malati di sclerosi multipla sono stati sottoposti ad ulteriori accertamenti finalizzati a definire il quadro clinico, il livello di disabilità , la gravità della malattia e il tono dell’umore, per rilevare l’eventuale presenza di ansia o depressione. Nel gruppo dei malati di sclerosi multipla le alterazioni dell’olfatto erano molto più frequenti che nei volontari sani: 11.1% rispetto al 3%. Nell’ambito dei soggetti con sclerosi multipla, presentavano più spesso le alterazioni dell’olfatto quelli affetti dalla forma secondaria progressiva (68.8%), rispetto a quelli con sclerosi multipla recidivante remittente (3.3%) e a quelli con la forma primaria progressiva: 12.5%. La stretta relazione fra sclerosi multipla secondaria progressiva e alterazioni dell’olfatto si è confermata tale anche dopo avere “depurato” il risultato dello studio da altri fattori che potevano in qualche modo influenzarlo, come età e cultura dei soggetti esaminati, quadro clinico e livelli del tono dell’umore e della funzione cognitiva.
Gli autori della ricerca hanno concluso che l’esame dell’olfatto può contribuire a definire la forma di sclerosi multipla nei soggetti affetti dalla malattia, ma solo un impiego sistematico su ampie casistiche potrà fornire conferme in merito.
Tommaso Sacco