Nel mese della prevenzione del cancro del colon-retto è stato lanciato un progetto mirato a confrontare l’efficacia dei programmi di screening per la prevenzione di questa neoplasia. Un Consorzio dedicato ha proposto un approccio che ha l’obiettivo di mettere a confronto indici e risultati degli screening, per individuare le strategie di prevenzione più efficaci.
Studi randomizzati hanno dimostrato che l’esame del sangue occulto fecale e l’esecuzione della colonscopia riducono incidenza e rischio di decesso del cancro del colon-retto e, sulla base dei risultati di ricerche osservazionali e della sua efficacia nell’individuare lesioni precoci, la colonscopia è stata spesso usata come esame di screening. Campagne di screening del cancro del colon-retto, sia opportunistiche che organizzate, sono oggi disponibili in molti Paesi. Ciò offrirebbe, in teoria, la possibilità di condividere e di scambiare i dati ottenuti per aiutare a ridurre ulteriormente morbilità e mortalità dovute a questa neoplasia. Purtroppo, però, è difficile confrontare in maniera affidabile i programmi di screening del cancro del colon-retto ed è complesso costruire modelli che permettano di stimare i loro risultati a lungo termine. Infatti, i programmi stessi hanno protocolli e parametri di valutazione diversi: da un programma all’altro possono cambiare l’esame usato per lo screening, le procedure di diagnosi, le modalità di trattamento delle lesioni precancerose e di quelle tumorali, i programmi di controllo nel tempo, gli intervalli tra i controlli e la durata complessiva del monitoraggio. La maggior parte degli indicatori usati per interpretare i risultati dello screening del cancro del colon-retto non è confrontabile tra i diversi protocolli, senza riportarli a intervalli di tempo comuni. A fronte di tutte queste difficoltà, il confronto fra i programmi di screening è essenziale per chi pianifica le strategie di prevenzione sanitaria e potrebbe migliorarle nel tempo. Sebbene le informazioni ottenute con lo screening siano registrate in occasione della raccolta dei dati, tali informazioni non vengono utilizzate per valutare l’efficacia dello screening stesso. Per tutti questi motivi, un Consorzio internazionale di esperti, del quale fanno parte anche italiani, ha proposto un approccio specifico, mirato a confrontare indicatori e risultati degli screening, sviluppando e utilizzando archivi di dati condivisi tra i Centri che partecipano al Consorzio. Le informazioni contenute in tale archivio permetteranno di confrontare l’efficacia dei diversi programmi di screening, in maniera da definire i protocolli applicabili ovunque con buoni risultati. Nell’articolo del Consorzio si stabiliscono anche i criteri che dovrebbero sempre essere considerati nel formulare un programma di screening:
- Individuazione dei soggetti da sottoporre allo screening
- Modalità di coinvolgimento dei soggetti da sottoporre allo screening
- Efficacia dell’esame usato per lo screening
- Risultato dell’esame
- Approfondimento diagnostico per i soggetti risultati positivi allo screening
- Trattamento delle lesioni benigne che possono evolvere in tumori maligni
- Verifica nel tempo
Nelle conclusioni il Consorzio internazionale ha confermato di essere aperto alla valutazione di tutti i tipi di programmi di screening, inclusi quelli opportunistici, e di essere disponibile a fornire supporto per svilupparne di nuovi, tenendo conto delle necessità specifiche di ciascun Paese.