In uno studio condotto da un gruppo di ricercatori australiani e austriaci, pubblicato su Free Radical Biology and Medicine (Biologia dei Radicali Liberi e Medicina), i soggetti con elevati livelli di bilirubina nel sangue avevano anche livelli più alti di sostanze antiossidanti.
La bilirubina è un pigmento di colore giallo-verdastro contenuto nella bile, una secrezione prodotta dal fegato e coinvolta nel processo digestivo. Gli antiossidanti sono in grado di contrastare l'effetto tossico dei radicali liberi nei confronti di cellule e tessuti. I radicali liberi sono molecole che derivano da un "sovraccarico" dell'attività metabolica delle cellule o da un rimaneggiamento della loro struttura e che, se si accumulano per una carenza dei meccanismi di smaltimento, provocano danni a cellule e tessuti, anche dando luogo a lesioni precancerose, tumori e malattie cardiovascolari.
Lo studio ha riguardato 44 persone, metà delle quali era affetta dalla sindrome di Gilbert, una condizione caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di bilirubina nel sangue, dovuti ad una carenza enzimatica di origine genetica. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad analisi del sangue per valutare la presenza di sostanze antiossidanti (come l'enzima catalasi) e per misurare i valori di bilirubina. Dall'analisi dei risultati, è emerso che i soggetti con sindrome di Gilbert, rispetto a quelli che non presentavano la sindrome e avevano valori di bilirubina nella norma, mostravano livelli più alti di antiossidanti nel sangue.
Gli autori hanno concluso che, in questa casistica, i soggetti con alti livelli di bilirubina nel sangue presentavano livelli più elevati anche di sostanze antiossidanti e, dunque, erano meglio protetti dai danni provocati dai radicali liberi. Data la ridotta dimensione della casistica studiata, osservazioni su popolazioni più ampie dovranno confermare queste evidenze.