Personalizzare la terapia dell’infertilità per ottimizzare i suoi risultati: ne parla Claudio Castello, Medico Specialista in Ostetricia e Ginecologia e Responsabile del Centro FIVET dell’ASL Città di Torino, in un’intervista nella quale spiega anche i criteri in base ai quali si possono individualizzare le cure.
Il principio dal quale parte l’intervistato è molto semplice: ogni essere umano è diverso dall’altro e, quindi, anche ciascuna donna con problemi di infertilità è diversa dall’altra. Numerose sono le caratteristiche che definiscono il profilo di infertilità della coppia e, nello specifico, della donna, se il mancato concepimento è conseguenza, del tutto o in parte, di un fattore femminile. Inoltre, una variabilità individuale condiziona anche la risposta alla stimolazione ovarica, spiega Claudio Castello, che poi descrive i criteri in base ai quali va individualizzato il trattamento. Il primo, molto importante, è l’età. Poi ci sono aspetti relativi al metabolismo, dall’insulino-resistenza al sovrappeso. Se è presente la Sindrome dell’ovaio policistico si rendono necessari approcci specifici, che Claudio Castello ha descritto in un’altra intervista. Per impostare al meglio il protocollo di stimolazione ovarica personalizzato è necessario raccogliere varie informazioni. È importante sapere se la donna in precedenza è stata sottoposta ad altri cicli e, se lo è stata, come sono stati eseguiti e che esiti hanno avuto. Un fattore da esplorare, in quanto condiziona l’approccio terapeutico, è la riserva ovarica, che si definisce misurando la concentrazione nel sangue dell’ormone anti-mulleriano e valutando, con l’ecografia, i follicoli ovarici con diametro inferiore a 10 mm.
Personalizzare la stimolazione ovarica è oggi considerato il modo migliore per ottimizzare i risultati della PMA, nei protocolli di cura che prevedono tale approccio. Nell’intervista si spiega a quali caratteristiche della donna fare riferimento per individualizzare la terapia.
Video: Marco Marcotulli