I modi in cui i bambini e i ragazzi inclusi nello studio passano il loro tempo libero è evidentemente molto vario, e soprattutto legato, oltre che alle inclinazioni e ai caratteri di ciascuno, anche all'età .
In questo senso i dati sembrano sottolineare come per la maggior parte dei bambini con la sindrome di Down esistano i presupposti perché vivano il loro tempo libero in modo pieno e socialmente attivo: la quasi totalità di loro svolge attività fisica o giochi di movimento in modo informale (fino a 14 anni oltre la metà lo fa spesso ed il 30% circa ogni tanto), mentre già nel corso dell'adolescenza e ancor più in età adulta le quote relative a quanti svolgono attività fisica informale scendono in modo vistoso (tab. 9).
Ancora più marcato è l'andamento a proposito della vita sociale, e dunque della partecipazione ad occasioni di ritrovo con coetanei, e al riceverne a casa propria: per ambedue queste attività si osserva un picco di risposte positive per i ragazzi tra i 7 ed i 14 anni, ma anche la tendenza dei valori a scendere in modo vistoso nelle classi d'età successive, quando tende ad allargarsi la forbice della condivisione di competenze ed interessi con i coetanei, a causa della disabilità intellettiva.
Per quanto riguarda le attività socio-educative strutturate, queste variano nella tipologia in modo chiaramente rilevante a seconda della classe d'età , per cui se il 70% circa svolge attività sportive, creative o culturali di qualche genere (e le quote sono omogenee per età , con l'eccezione dei bambini più piccoli), i progetti di educazione all'autonomia (in tutto indicati dal 30,4%) riguardano soprattutto i ragazzi e le ragazze tra i 15 ed i 24 anni (45,9%) (fig. 8).
Tab. 9 - Attività svolte nel tempo libero, per età della persona Down (val. %)
Fino a |
7-14 anni |
15-24 anni |
25 anni |
Totale |
|
Svolge attività fisica o di |
|||||
Spesso |
50,0 | 61,0 | 45,9 | 38,6 | 48,8 |
Ogni tanto |
37,0 | 32,5 | 43,9 | 40,0 | 38,8 |
Mai |
13,0 | 6,5 | 10,2 | 21,4 | 12,4 |
Partecipa a feste e altre occasioni |
|||||
Spesso |
37,5 | 54,0 | 28,6 | 28,6 | 36,7 |
Ogni tanto |
42,9 | 35,5 | 55,1 | 51,4 | 47,0 |
Mai |
19,6 | 10,5 | 16,3 | 20,0 | 16,3 |
Riceve a casa amici e compagni |
|||||
Spesso |
10,5 | 34,2 | 9,2 | 11,4 | 16,3 |
Ogni tanto |
43,9 | 35,5 | 47,9 | 35,7 | 41,2 |
Mai |
45,6 | 30,3 | 42,9 | 52,9 | 42,5 |
Fonte: Indagine Censis, AIPD e Fondazione Cesare Serono 2011
Fig. 8. - Le attività socio-educative svolte nell'ultimo anno, per età della persona Down (val. %)
Fonte: Indagine Censis, AIPD e Fondazione Cesare Serono 2011
Il 16,6% complessivo ha svolto attività socio-educative, come scout o oratorio, e si tratta soprattutto di bambini e ragazzi tra i 7 ed i 14 anni, mentre i ragazzi più grandi e gli adulti sono stati impegnati con più frequenza in attività più strutturate quali i centri diurni, i laboratori occupazionali e i soggiorni climatici e di vacanza.
Ma oltre alla variabile anagrafica, a pesare sullo svolgimento di queste attività è anche quella geografica, a testimonianza di quanto la disponibilità territoriale di una struttura solida e articolata di offerta strutturata pesi nel dare opportunità : al Centro e soprattutto al Sud e Isole si riscontrano infatti tassi sensibilmente più bassi, e si tratta di un dato che trova conferma nelle opinioni espresse dai rispondenti a proposito della dei servizi che più andrebbero potenziati e migliorati nella loro zona di residenza.
I servizi per il tempo libero rappresentano infatti la voce che la quota più alta di rispondenti ha indicato (44,9%), e che al Sud e Isole fa registrare il valore più alto (52,8%). Anche l'offerta di servizi riabilitativi viene indicata in quote alte dai rispondenti (36,6%), in particolare da quelli del Nord, mentre su un più ampio richiamo alla necessità di una maggiore diffusione di informazioni, sensibilità e consapevolezze nella società confluisce poco meno di un terzo delle indicazioni (31,2%) (tab. 10).
Tab. 10 - Gli ambiti e i servizi che andrebbero potenziati e migliorati in via prioritaria (val. %)
Nord |
Centro |
Sud e isole |
Totale |
|
L'offerta di servizi per il tempo libero (attività sportive, ludiche, etc.) |
40,2 | 41,8 | 52,8 | 44,9 |
L'offerta di riabilitazione e abilitazione | 44,4 | 28,6 | 34,9 | 36,6 |
L'informazione, l'educazione e la sensibilizzazione nella società |
26,5 | 33,0 | 34,9 | 31,2 |
Le politiche di inclusione lavorativa | 31,6 | 26,4 | 27,4 | 28,7 |
L'inclusione nella scuola | 21,4 | 34,1 | 21,7 | 25,2 |
L'offerta di servizi di supporto all'assistenza e socializzazione (centri diurni, soggiorni di vacanza, etc.) |
23,9 | 20,9 | 22,6 | 22,6 |
Il sostegno economico alle famiglie | 22,2 | 25,3 | 20,8 | 22,6 |
La formazione professionale (corsi specifici, tirocini, etc.) | 17,9 | 22,0 | 17,0 | 18,8 |
La formazione specifica dei pediatri di libera scelta o MMG | 20,5 | 13,2 | 12,3 | 15,6 |
Le soluzioni abitative protette e semi-protette | 10,3 | 6,6 | 9,4 | 8,9 |
Altro | 3,4 | 1,1 | 1,9 | 2,2 |
Fonte: Indagine Censis, AIPD e Fondazione Cesare Serono 2011
Un elemento, infine, che è emerso in modo molto chiaro grazie alle risposte fornite dagli iscritti intervistati, riguarda il ruolo centrale che l'associazione ha rivestito in questi anni, a livello di informazioni e di orientamento sui servizi, ma più in generale come soggetto che ha fornito un supporto prezioso lungo tutta l'esperienza delle famiglie.
L'associazione viene infatti citata, come il soggetto che più ha fornito informazioni utili e supporto dal 72,7% del campione, laddove altre fonti, quali ad esempio il medico o il pediatra di famiglia vengono indicate dal 36,2% dei rispondenti.
Il dato evidenzia, come del resto è già emerso a proposito degli elementi che hanno aiutato la famiglia ad affrontare la situazione (cfr. fig. 4), quanto la circolazione delle esperienze e delle informazioni, tra famiglia e famiglia ma con il supporto esperto dell'associazione rappresenti uno strumento prezioso per queste famiglie (fig. 9).
Fig. 9. - Il soggetto che più ha fornito informazioni utili e supporto (val. %) (Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte)
Fonte: Indagine Censis, AIPD e Fondazione Cesare Serono 2011