Un Giro d’Italia in handbike per far ripartire il Paese. 51 atleti di Obiettivo 3 hanno preso parte a una maratona simbolica per dimostrare che uniti si possono superare le avversità. Il docufilm La Grande Staffetta ha raccontato tutto questo, anche l’incidente che nella tappa del 19 giugno 2020 ha coinvolto Alex Zanardi.
Partiti da Levico Terme nelle Dolomiti, i 50 corridori di Obiettivo 3 – fondata da Zanardi dopo i successi di Rio 2016 per permettere a due atleti di prendere parte a Tokyo 2020 – si passano il testimone fino alla tappa finale a Santa Maria di Leuca. Zanardi è la loro guida e, in questa maratona che idealmente dovrebbe far ripartire il Paese, partecipa anche lui fino al chilometro 39+800 della Provinciale 146 a Pienza, dove è vittima di un incidente (l’autista che guidava il tir contro cui si è schiantato è stato scagionato, ndr).
Tante le emozioni vissute dal gruppo di atleti di Obiettivo 3: la vita della loro guida, di un mito per tutta l’Italia è appesa a un filo. Si chiedono se continuare o no a correre, ma le parole della moglie di Zanardi, Daniela Manni, li convincono a continuare. Nonostante tutto, La Grande Staffetta è continuata perché è quello che Alex stesso avrebbe voluto. Molti dei partecipanti lo ripetono nel corso del docufilm: si può rinascere, ma bisogna desiderarlo fortemente e per farlo si deve restare uniti passandoci il testimone tappa per tappa.
L’arrivo a Santa Maria di Leuca dopo aver percorso i chilometri più duri nel Lazio e nel Molise fino alla Puglia è un’ennesima prova di resistenza e resilienza per questo gruppo di eroi: si lotta, si corre e si resiste tutti insieme per Alex e con lui, che è presente nel corso della preparazione de La Grande Staffetta via Zoom, su strada e anche dopo, nei racconti degli atleti di Obiettivo 3. Uno di loro, il campione di paratriathlon Pier Alberto Buccoliero (uno degli atleti in gara a Tokyo 2020), sottolinea la grandezza dell’impresa: “Bisogna superare ogni difficoltà della vita: è il riassunto della disabilità”. Il documentario racconta proprio questo: la reazione alle avversità e il superamento delle difficoltà come monito di vita, qualcosa che accomuna tutti gli atleti di Obiettivo 3 dentro e fuori da La Grande Staffetta.
Il docufilm li racconta negli attimi prima della partenza, durante e dopo nel commovente e desiderato arrivo a Santa Maria di Leuca. Nelle loro interviste parlano del rapporto che li lega al loro grande capitano e raccontano anche il “testimone” che l’olimpionico gli ha consegnato. Una corsa che non si ferma e ipoteticamente il testimone de La Grande Staffetta passa allo spettatore del docufilm e al Paese intero finalmente pronto a rialzarsi e ripartire.