L’eccesso di peso è una malattia metabolica, assai più che un difetto estetico. Nel sentire comune, l’obesità è un problema di altri Paesi, come gli Stati Uniti, ma essa ha una frequenza elevata anche in Italia, soprattutto nelle Regioni del Sud, a dispetto del fatto che chi ci vive dovrebbe avere una dieta tipicamente mediterranea. Inoltre, anche il sovrappeso è una malattia, aumenta il rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari e metaboliche e in Italia raggiunge prevalenze superiori al 30%. È sempre bene, quindi, conoscere a fondo i rischi connessi a sovrappeso e obesità, al di là dei luoghi comuni.
Cos’è
Le categorie di eccesso di peso sono classificate in base a una variabile che non è il peso stesso, ma è l’Indice di Massa Corporea (IMC, in inglese Body Mass Index: BMI). Tale parametro definisce in maniera più completa la struttura corporea e si calcola dividendo il peso, in chilogrammi, per l’altezza, in metri, elevata al quadrato. Si è passati a usare l’Indice di Massa Corporea perchè al peso corporeo erano associati concetti, come quello del peso ideale, che secondo gli esperti avevano prodotto obiettivi incongrui e avevano ottenuto risultati opposti a quelli voluti. Le fasce di IMC riportate in tabella identificano condizioni che vanno dal sottopeso all’obesità grave.
Condizione Indice di massa corporea Sottopeso Inferiore a 18.5 kg/m2 Normopeso Da 18.5 a 24.9 kg/m2 Sovrappeso Da 25 a 29.9 kg/m2 Obesità di grado 1 Da 30 a 34.9 kg/m2 Obesità di grado 2 Da 35 a 39.9 kg/m2 Obesità di grado 3 Superiore o uguale a 40 kg/m2
Oltre alla condizione di eccesso di peso che definisce la struttura fisica nel suo insieme, un’altra variabile importante per individuare i rischi per la salute dovuti all’accumulo di tessuto adiposo nell’organismo è la circonferenza della vita. Valori di circonferenza di 94-101 cm nei maschi e 80-87 nelle femmine definiscono già un accumulo moderato di grasso nell’addome, mentre 102 cm o più nei maschi e 88 cm o più nelle femmine corrispondono a una condizione di obesità addominale, alla quale si associa un rischio elevato di malattie metaboliche e cardiovascolari.
Cosa lo provoca
La grandissima maggioranza del sovrappeso e dell’obesità, condizioni sempre più diffuse, dipende da un bilancio inadeguato tra calorie introdotte con la dieta ed energia consumata dall’organismo. I casi di eccesso di peso secondari a malattie ormonali o di altro genere sono, in proporzione, molto rari.
Come si individua
La misurazione di peso, altezza e circonferenza della vita sono sufficienti per individuare un eccesso di peso e un’obesità addominale, che possono essere all’origine di malattie a carico di vari organi e apparati. D’altra parte, una valutazione precisa di peso e altezza richiede dispositivi professionali, che non ci sono in tutti gli ambulatori medici e tanto meno a casa.
Eccesso di peso e rischio cardiovascolare
C’è una relazione molto stretta tra obesità, obesità addominale e rischio cardiovascolare. Ad esempio, si è osservato che, nelle persone obese, anche in età molto giovane, si sviluppano danni aterosclerotici ai vasi, che sono la premessa per future alterazioni della funzione cardiovascolare. La relazione fra obesità e aterosclerosi è così diretta che si manifesta anche a prescindere da altre condizioni che si possono associare all’eccesso di peso, come ipertensione, dislipidemia e iperglicemia. Inoltre, all’eccesso di peso si accompagna uno stato di infiammazione generalizzata che, coinvolgendo anche le pareti dei vasi sanguigni, aumenta il rischio di formazione di trombi. Per questi motivi la malattia cardiovascolare più frequentemente associata all’obesità è la patologia ischemica cardiaca. L’obesità aumenta il rischio di sviluppo di scompenso cardiaco: peggiora la dispnea, riduce la capacità di sostenere sforzi e aumenta i problemi di edemi agli arti inferiori. Nelle persone con scompenso si osserva, invece, il cosiddetto “paradosso dell’obesità” in quanto il rischio di decesso è più basso in chi ha valori di IMC più alti.
Come si cura
Le Linee Guida sulla prevenzione e sulla gestione delle malattie cardiovascolari consigliano un calo ponderale per ridurre il rischio di sviluppo di tali patologie. Si ritiene che riduzioni del 5-10 % del peso corporeo abbiano un effetto significativo nel migliorare il profilo di rischio. Non bisogna dimenticare che ridurre il peso è difficile e quasi mai si ottiene questo obiettivo mediante la “prescrizione” di una dieta o di un’attività fisica più intensa. Solo aiutando il malato a raggiungere una motivazione adeguata a modificare le sue abitudini di vita si può sperare che egli raggiunga l’obiettivo di calo ponderale utile a ridurre il rischio cardiovascolare.
Approfondimenti
Per informazioni più dettagliate su sovrappeso e obesità si rimanda alla sezione dedicata.
Fonti
- M-A Cornier e coll. Assessing Adiposity. A Scientific statement from the American Heart Association. Circulation 2011; 124:1996-2019.
- TM Powell-Wiley e coll. Obesity and cardiovascular disease. A Scientific statement from the American Heart Association. Circulation 2021; e143:e984-e1010.
- FLJ Visseren e coll. 2021 ESC Guidelines on cardiovascular disease prevention in clinical practice. European Heart Journal (2021) 00, 1-111.